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Emoticon, emoji, faccine: amate e odiate

di Francesca Arca

“Faccine”, “emoticon”, “emoji”: ma chi è stato il primo?

Sembra sempre più difficile portare avanti un qualsiasi discorso sui social senza utilizzare nemmeno una emoticon. Il loro uso frequente è talmente entrato nella percezione del linguaggio scritto da essere diventate anche oggetto di merchandising: cuscini, borse, pupazzi, portachiavi a forma di “faccine”.

Eppure l’inventore del primo segno grafico capace di significare uno stato d’animo in una conversazione scritta non ha guadagnato assolutamente nulla.

Scott-Fahlman

Si chiama Scott Elliot Fahlman, è un informatico statunitense e il 19 settembre 1982, nel corso di una conversazione scritta tra colleghi, propose l’utilizzo dello “smiley” 🙂 affinché si evitassero fraintendimenti e fosse chiaro a tutti il tenore leggero e scherzoso di una discussione.

Per essere certi dell’attribuzione della paternità della faccina sorridente un team di esperti, nel 2002, è riuscito a recuperare il post originale, a riprova che tutto ciò che postate in rete prima o poi potrebbe essere ritrovato. 😀 (faccina con sorriso ampio)

Da allora le “faccine” si sono evolute moltissimo. Da semplici segni grafici (due punti, trattino alto, parentesi tonda) si sono trasformate nelle emoticon e negli emoji che oggi utilizziamo e di cui spesso abusiamo.

Differenze tra emoticon ed emoji

La differenza è semplicissima. Le emoticon sono le classiche faccine gialle che esprimono uno stato d’animo. Le emoji invece hanno a che fare con le azioni e le idee: possono rappresentare degli oggetti, degli edifici, bandiere ecc. ecc.

Le più usate, le più amate, le più odiate

A giudicare dai vari siti che monitorano l’utilizzo delle “faccine” (non ridete esistono davvero) pare che il buon vecchio “smiley” sia fortemente in disuso, sostituito dalla grassa risata coi lacrimoni. Se volete dare uno sguardo a cosa succede al esempio su Twitter basta andare su http://emojitracker.com/

smiley

Resiste il classico cuore rosso anche se prende piede il più “neutro” cuore azzurro, colore meno impegnativo e meno legato ad implicazioni amorose. Gli emoji meno utilizzati? Quello sull’acqua non potabile e quello sui controlli doganali! Scommetto che nemmeno li ricordate.

Uso e abuso

Quando vanno usate le “faccine”? Diciamo che potete abusarne nelle conversazioni private, sempre che ai vostri interlocutori non diano fastidio, potete usarle con parsimonia sui vostri profili social privati ma NON andrebbero mai utilizzate in un ambito formale o lavorativo.

Insomma cercate di avere buon senso. L’abuso di emoticon si considera come qualcosa di infantile o di poco professionale.

Bye Bye Smiley

Ma perché la semplice faccina sorridente piace ormai così poco? Come al solito la risposta sta nell’utilizzo che se ne fa sui social.

Sempre più di frequente infatti viene usata in modo “passivo-aggressivo”, al principio o al termine di post polemici o di risposte pungenti che poco hanno di “sorridente”.

Il classico “smiley” viene quindi di gran lunga superato dal più cordiale sorriso con gli occhi a fessura.

smiley

Amate oppure odiate, le faccine servono ancora ad esprimere uno stato d’animo e sostituire il linguaggio non verbale, quello che si esprime con il corpo, con gli sguardi, con i sorrisi veri.

Il linguaggio non verbale rappresenta il 93% della comunicazione… quindi uscite di casa, parlatevi, guardatevi in faccia. Rimane sempre la cosa migliore!

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