Ci sposiamo? Perché no?
di Caterina Doro
Era un sabato d’agosto.
Lui e lei con il loro erede n.1 uscirono per fare una passeggiata nella via. Ed è lì che si fermarono a scambiare quattro chiacchiere con un amico. «Eh, belli siete, con questo bambino senza essere sposati!»
I due non escludevano il matrimonio, anzi, era loro intenzione, un giorno… Nel frattempo erano andati a vivere insieme ed avevano provveduto a fare le cose più importanti: dare i numeri!
Ma poiché non si possono lasciar cadere nel vuoto le parole di un amico, dette al momento giusto: «Dai, allunghiamo un po’ la passeggiata ed andiamo in Comune a fissare la data del nostro matrimonio!»
Ahimé il Comune non era a disposizione per slanci romantici il sabato! Era però deciso! Proprio come “in ginocchio/anello/proposta/sì”. Il lunedì lei, che lavorava vicino al Comune, prese una pausa dal lavoro e bussò al portone aperto.
In comune
«Buongiorno! Vorrei fissare la data del mio matrimonio con rito civile, il primo giorno utile. » (*Il miele che scorreva a fiumi)
«Va bene. Deve tornare il giorno X per ufficializzare l’intenzione con le pubblicazioni e poi devono passare almeno dodici giorni, caso mai qualcuno abbia da dire “questo matrimonio non s’ha da fare”. Poi servono dei testimoni. Se vuole li può portare lei a sua scelta, altrimenti troveremo qualcuno qui (*bene la seconda) e porti con se una marca da bollo (*dove vai se la marca da bollo non ce l’hai?) Ah, e non si dimentichi il promesso sposo! (*Ma che fa? Dubita? Certo che un po’ più di entusiasmo me lo poteva mostrare, mi sposo! Mica esco per fare una passeggiata!)
Di lì a due mesi si sposarono (*rischiarono di mettere al dito gli anelli delle bottiglie di plastica ma questa è un’altra storia) e dopo undici anni non si sa ancora niente del finale.
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