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CHOPIN E SAND – IL PRELUDIO DI UNA FINE

da “I DIARI DI CINECLUB, n.70, marzo 2019 (puoi scaricare gratuitamente l’ultimo numero della rivista cliccando QUI)

di Danilo Loddo

“Vola il tempo lo sai che vola e va/ forse non ce ne accorgiamo /ma più ancora del tempo che non ha età /siamo noi che ce ne andiamo /e per questo ti dico amore, amor /io t’attenderò ogni sera /ma tu vieni non aspettare ancor /vieni adesso finché è primavera.”

Valzer per un amore – Fabrizio de Andrè

Chopin nacque a Zelazowa Wola, vicino a Varsavia, nel 1810, da madre polacca padre francese. Bambino prodigio, in seguito alla repressione russa della Rivolta di Novembre (1830) si trasferì a Parigi, dove si mantenne vendendo le sue composizioni e impartendo lezioni private di pianoforte. Gracile e malaticcio dall’infanzia, Chopin diventò presto tubercolotico.

Di famiglia borghese, Chopin aveva l’aspetto e i modi di un aristocratico. Abituato da piccolo a frequentare la nobiltà, sembrava lui stesso un principe; sempre vestito con sobria eleganza, impeccabile nel comportamento, riservato, discreto e cortese. Aveva un innato talento teatrale e intratteneva le compagnie con imitazioni e caricature, sia recitate che suonate.

Per i figli di George Sand aveva organizzato un teatrino delle marionette e lui stesso si esibiva in mimi e scenette irresistibilmente comiche. Chopin con il denaro era tutt’altro che avaro; era generoso e spendeva molto per begli oggetti, bei mobili, bei vestiti.

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Fryderyk Chopin (1810 – 1849)

Pur guadagnando bene con le lezioni e i concerti, non conosceva mai esattamente lo stato delle sue finanze. Era se stesso che non dava facilmente. Era inafferrabile, chiuso, spesso indecifrabile; una natura complessa, fatta di mille sfumature, che solo nella musica esprimeva pienamente. Aveva un fascino sottile e il dono di piacere, ma “era più amabile che amante”.

A parte pochissimi amici, a Parigi coltivava soprattutto le relazioni brillanti e superficiali di un artista ammirato dall’élite e frequentatore abituale dei salotti aristocratici. Guardava senza partecipare, era timido, ritroso. Nei rapporti con gli altri la sua affabilità esteriore e l’educazione squisita nascondevano talvolta un’indifferenza profonda o una fredda avversione. Incapace di muoversi a suo agio nella vita pratica, Chopin aveva bisogno di persone fidate e forse in George Sand aveva trovato una persona affine alla sua delicata personalità. Fu a Parigi nel 1838 che Chopin la incontrò.

George Sand era nata a Parigi nel 1804. La scrittrice se ne andava in giro vestita da uomo, fumava, interveniva nelle discussioni politiche e scriveva romanzi. Prima di invaghirsi degli occhi grigi di Chopin e del suo genio, aveva avuto altre relazioni molto disinvolte, col barone Casimir Dudevant, Stéphane Ajasson, Prosper Mérimée, Alfred de Musset con l’avvocato Michel de Bourges e Félicien Mallefille, precettore di suo figlio Maurice, avuto da Dudevant.

Aveva un carattere abbastanza complicato. Chopin invece era riservato e malinconico. La Sand era irruenta e rivoluzionaria: come mai due caratteri così diametralmente opposti si attrassero l’un l’altro? Chopin dopo l’incontro con la Sand scrisse: “Che donna antipatica la Sand! Ma è davvero una donna? Quasi quasi mi viene da dubitarne. Il suo viso non mi è simpatico e non mi è piaciuta per niente. C’è in lei perfino qualcosa che mi allontana”.

Si può immaginare il suo terrore quando la Sand lo sottopose a una corte. Ma alla fine, tanto disse e tanto fece George, che la diffidenza di Chopin divenne prima curiosità, poi simpatia, e infine attrazione, complice il fatto che Chopin in quel periodo era fragile perché aveva appena rotto con Maria Wodzinska.

La convivenza tra i due ebbe inizio attraverso “delle prove generali” che consistettero in un soggiorno invernale a Maiorca. Chopin durante questo soggiorno fu costretto a suonare su un pianoforte sgangherato. Proprio su quel pianoforte, però, compose moltissimo: è grazie a questo soggiorno che nacque il famoso preludio comunemente detto La goccia d’acqua. Preludio che illustra l’umore cupo del musicista.

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George Sand (1804 – 1876)

Infatti l’umore di Chopin, divenne sempre più fragile, e la Sand si lamentò più volte, nelle lettere, di doversi occupare di lui come dei suoi figli. Questa relazione durò per altri nove anni.

La relazione tra George e Chopin non era salda. Era basata sul cedimento di Chopin a quello che in fin dei conti era stata una momentanea passione della Sand, che però non sembra essersi tradotta mai davvero in amore. Erano troppo diversi. Dal canto suo, Chopin aveva un carattere molto chiuso e poco comunicativo e si limitò a chiudersi sempre di più in se stesso, lasciando che George scambiasse le sue manifestazioni di insofferenza per le insensate crisi di nervi di un malato.

“La grandezza di Chopin sta nell’aver dato forma cristallina a un mondo interiore di immagini fluide e complesse. Ci si addentra in un universo di sensazioni, enigmi, allusioni e richiami, e questo è reso possibile dal senso degli equilibri formali e dalla chiarezza del linguaggio musicale, che riproduce i meccanismi occulti dell’umana natura con la precisione di uno scienziato.” G. Confalonieri

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