IL CINECOLOGO – HEREDITARY: LE RADICI DEL MALE
di Cinecologo
HEREDITARY: LE RADICI DEL MALE (2018) Regia: Ari Aster Con: Alex Wolff, Gabriel Byrne, Toni Collette, Milly Shapiro
La pellicola si apre mostrando il funerale della matriarca Ellen Graham, durante il quale sua figlia Annie pronuncia un elogio funebre in cui espone il loro rapporto complicato. Tornata a casa, Annie, mentre si trova nel suo laboratorio dove costruisce dei plastici, crede di vedere la madre, mentre il marito Steve riceve una telefonata da parte del cimitero durante la quale viene informato della profanazione della tomba di Ellen. Annie inizia a frequentare un gruppo d’ascolto e in un incontro rivela che la sua famiglia ha sofferto di una serie di malattie mentali che hanno causato la loro morte, inclusa la madre. Un giorno il figlio sedicenne Peter chiede ad Annie di poter usare la sua auto per andare ad una festa, ma la madre acconsente a patto che porti con sé la sorella tredicenne Charlie, che nel frattempo era uscita di casa e aveva visto tra gli alberi intorno la sua casa la nonna circondata da un cerchio di fuoco, come se stesse facendo un rituale. Alla festa Charlie, lasciata incustodita, mangia una fetta di torta contenente delle noci, a cui è allergica. Peter mette subito la sorella in macchina per cercare soccorsi, ma quest’ultima in pieno shock anafilattico si sporge dal finestrino per cercare di respirare meglio. Durante il tragitto, per evitare un ostacolo, Peter devia bruscamente l’auto e Charlie viene decapitata da un palo e… (fonte Wiki)
VALUTAZIONE CINECOLOGICA
Se discrete sono idea e atmosfere, risulta comunque difficile commentare un film così pieno di contraddizioni: una buona prova attoriale della Collette viene inficiata da un Byrne che quando è al massimo dell’espressività si direbbe in stato catatonico; alcune scelte di regia azzeccate, inficiate da parecchie involontariamente ridicole – su tutte la scena finale (che non capisci se ti prendono per il culo o cosa). Grazie, se non altro, per avermi riportato agli anni della mia gioventù, ricordandomi la pubblicità “stappa un Crodino… POP!” Voto: 2/5
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Daje, sei tornato. Ti leggo sempre volentieri.