IL MIO PRIDE
di Paola Piana
Maledetto frigorifero! Tutto è iniziato qualche giorno fa, frigo rotto: arriva quello nuovo! Che ce vò, lo sposto io!!! TAC!!! “Che fretta c’era! Maledetta sciatalgiaaaa!” Maledetta, proprio adesso che c’è il Pride! Avevo preso pure i biglietti del Pride Bus, uno per me e uno per Francesca, ché solo lei potevo coinvolgere in questa bellissima follia! E ora? No, non potevo permettere ad una stupida sciatalgia di rovinare il mio personalissimo Pride! Credo di non essere mai andata tanto volentieri a fare una fila interminabile di quasi tre ore dalla mia dottoressa, io che non mi assento dal lavoro quando sto male proprio per non andare dal medico! Insomma, risultato: una serie di iniezioni con aggiunta di pastiglie all’occorrenza!
Giovedì, giorno 1: prima iniezione, nessun risultato! Sì, vabbè, dai! Ci vuole un po’, intanto stai sdraiata, non camminare e prendi anche la pastiglia che magari ti aiuta! La mattina, incontro alcune colleghe dalle quali accetto suggerimenti di ogni tipo!
1) Piegare la gamba che mi fa male, tipo posizione yoga, e fare diversi piegamenti con quella sana, a trovarla, quella sana!
2) Alternare impacchi freddi ad impacchi caldi sul punto dolente. Non funziona? Ah, forse era prima impacchi caldi e poi freddi. Perché pare che così favorisca la vasodilatazione.
3) Ma se si tratta di favorire la vasodilatazione, allora vanno bene anche gli alcolici! Bene, due bicchieri di moscato prima di pranzo? Fatto!
4) Se ancora non ha funzionato niente, passare alla pastiglia, quella all’occorrenza! Presa e… niente !
Venerdì, giorno 2: meno uno alla partenza, il dolore non accenna a passare, iniezione fatta, pastiglia presa, pastiglia presa di nuovo e… un’altra volta ancora… niente !
Sabato mattina: risveglio con dolore lombare fortissimo! Aiuto!!! Iniezione fatta, riposo sul divano tutta piegata in posizione di stiramento lomb-cul-cosc-gamba e il dolore un po’ si attenua. Lavaggio capelli, doccia preparazione sempre ad una gamba. Pronta! Oddio, pronta è una parola grossa! A Sassari passo a prendere Francesca che mi guarda con compassione. So che sta pensando di assecondarmi fino a quando non arriveremo vicino all’ospedale, tanto passeremo da quelle parti, e lì con una scusa buttarmici dentro! Invece arriva il Pride Bus e saliamo tutte baldanzose, io da seduta faccio anche la mia porca figura! Sembro perfino sana! Fisicamente, intendo! Finalmente si parte! Il viaggio è bellissimo! Due ragazze, sedute davanti a noi, ci fanno ascoltare la colonna sonora del loro matrimonio e piombiamo nei mitici anni ’70! Canzoni che non sentivo da quasi quarant’anni, ed è subito Pride! Con YMCA, la mia sciatalgia decide di abbandonarmi e non la risentirò fino all’arrivo a Cagliari. E finalmente arriviamo, tutta presa dall’entusiasmo mi alzo con un sol balzo ma mi risiedo anche subito… “Che fretta c’era! Maledetta sciatalgia! Che fretta c’era, maledetta come te!” Faccio due passi tra la folla per cercare un punto in cui sedermi ad aspettare la fine del Pride, quando a Francesca viene la brillante idea di chiedere un passaggio sul carro del Mos e di Noi donne 2005. Nel nostro caso il detto ha recitato così: “Chi non ha gambe abbia testa” e io, per fortuna, avevo la testa… di Francesca!
Da questo momento in poi, inizia il nostro Pride! Strano a dirsi ma, in piedi, sul carro e ben appoggiata, non ho più sentito dolore! Ho ballato, cantato, salutato, sorriso, mandato baci, risposto ai baci di persone felici di vederci. Ho visto una moltitudine di persone allegre ballare tenendosi per mano senza paura. Le bellissime famiglie arcobaleno: padri con figli sulle spalle, mamme con figlie in braccio, bambini che ballavano felici. Mi hanno colpito i ragazzi giovanissimi al seguito del corteo. E mi ha emozionato Cagliari, le vetrine dei negozi allestite per l’occasione, due negozianti, sicuramente coppia anche nella vita, che hanno stappato una bottiglia di spumante al passaggio del carro. Le signore anziane che salutavano sorridendo. Le persone imbottigliate nel traffico che scendevano dalle auto per applaudire e ballare! Gli occhi delle persone che stavano vicino a me, occhi felici, pieni d’amore, di quell’amore universale che dovrebbe accomunarci tutti ma che vedi solo in determinate circostanze. Ecco quel carro in quel momento era questo, un microcosmo in cui era presente tutto l’Amore del mondo. Sì, Amore con la A maiuscola, perché comprendeva tutto, un arcobaleno di sentimenti fatti di amicizia, aiuto, reciprocità, amore senza confini o restrizioni, Amore appunto, senza spiegazioni, tanto che i miei occhi non riuscivano quasi a coglierne la vastità. Non voglio sprecare parole per dire ciò che penso di questo governo omofobo e sessista, lo faranno altri meglio di me. Io so cosa ho visto sabato, ho visto il futuro negli occhi dei tanti ragazzini presenti, giovani dai capelli colorati e dai sorrisi disarmanti! Ragazzi che se ne fregano del giudizio dei benpensanti e che si incamminano fiduciosi attraverso un coloratissimo arcobaleno. Ho provato una felicità indescrivibile, avete presente quella felicità che ti lascia un sorriso da ebete stampato in faccia? Ecco io ce l’avevo, questo sarà il ricordo del mio personalissimo Pride! Poi sono scesa dal carro e… “Che fretta c’era, maledetta sciatalgia! Maledetta come te!”