DI MONDI, DI ASPETTATIVE E DI REALTA’
di Paola Piana
Quando hai l’urgenza di scrivere qualcosa ma non riesci a focalizzarla perché nel frattempo la cronaca ha avuto il sopravvento e sei sommersa da cattive notizie! Allora inizi a pensare… Uhm, eppure so che c’era una cosa importante che volevo dire, che volevo scrivere! Lo so, ci sto pensando da giorni e ora non mi viene in mente! Forse volevo parlare di razzismo. Ah sì, di razza bianca, razza nera e di tutte quelle sottorazze costituite dalle sfumature di colore che dal bianco vanno verso il nero. Avete presente quel bel colorito che cerchiamo di assumere quando trascorriamo l’intera estate ad arrostirci al sole? Ecco, quello!
È strano che ci piaccia così tanto questa colorazione della pelle in un particolare periodo dell’anno e invece odiamo chi la porta per tutta la vita! Ci scagliamo contro un’ innocente ragazzina che ha avuto l’unico torto di essere nata in Italia ma con il colore della pelle sbagliato! Non importa se la ragazzina di quindici anni sia già un’eccellenza nello sport come lo sono stati i genitori prima di lei. È proprio il colore, quel dannato colore così scuro da non poter essere nascosto, che disturba. Non tanto la nazionalità ma proprio il colore, perché un americano bianco ci piace, uno nero ci piace meno!
No, forse non volevo parlare di questo, forse volevo raccontare dell’ennesimo femminicidio e dell’ennesimo marito/fidanzato che, dopo aver ucciso la propria compagna tenta di uccidersi ma, come al solito, non ci riesce. Forse, invece, è la giornata della memoria, ecco forse è questo pensiero che mi sta rendendo così triste in questo periodo, la consapevolezza che non abbiamo imparato niente, che tutto torna o, forse, non è mai andato via! La verità è che sono tutte queste cose insieme a rendermi triste. Legate tra loro da un fascismo mai del tutto morto e ormai neanche tanto strisciante, che genera razzismo nei confronti di tutte le minoranze, siano esse gay, immigrati, donne o disabili. Che mondo triste abbiamo creato! Un mondo in cui non c’è spazio per l’amore ma solo per la paura: paura del diverso, paura di amare, paura di soffrire. Paura di vivere! Non mi piace ciò che è diventato questo mondo!
Rivoglio il mondo che sognavo da bambina quando con la mia amichetta Monica giocavamo alle principesse e ai cavalieri e io accorrevo al galoppo a cavallo di una scopa per salvarla da chissà quale strega cattiva. Molti anni dopo, purtroppo, nessun cavaliere bianco ha potuto salvarla dal suo crudele destino: il suo nome, ora, appeso ad un muro, è il nome di una piazza, muto testimone della nostra sconfitta. Rivoglio la fiducia nel prossimo, la generosità, l’amore incondizionato. Rivoglio le risate per la strada con gli sconosciuti, le porte aperte nelle case e voglio poter scambiare due chiacchiere con la vecchina che si affaccia senza timore alla finestra! Rivoglio il negozietto sotto casa in cui signora Assuntina con le sue chiacchiere mi incantava e io scivolavo apposta indietro nella fila per stare lì a vedere scorrere davanti agli occhi la vita del quartiere raccontata dai vari personaggi che conoscevo uno ad uno con i loro difetti, i vizi e le poche virtù, che mi divertivano così tanto e che ora ricordo con nostalgia! Chissà, forse non è troppo tardi, forse faccio ancora in tempo, forse riesco ancora ad alzarmi da questo divano che mi avvolge con materno, mortale abbraccio. Fuori c’è il sole e io voglio viverlo questo mondo, non subirlo!
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