ORGOGLIO
Per la serie “Il cinema fa bene, se è buon cinema fa ancora meglio” ovvero “I film che piacciono a Francesca”:
Johnny: Un tempo ti ho amata. Un uomo ha un certo orgoglio delle cose che gli stanno a cuore. Odia vederli insudiciati.
Vienna: Un uomo può mentire, rubare, perfino uccidere, ma finché resta attaccato al suo orgoglio è sempre un uomo. A una donna invece basta fare uno scivolone ed è una sgualdrina. Dev’essere un gran conforto per te essere un uomo.
Johnny: Mi è stato più di conforto pensare che tu eri qui ad aspettare.
Vienna: Sinceramente hai pensato che dopo cinque anni stessi aspettando te?
Johnny: È stata lunga la strada fin qua ad Albuquerque. Dovevo pensare a qualcosa e mi piaceva pensare che saremmo stati ancora insieme.
Vienna [sarcastica]: Oh, molto generoso da parte vostra, signor Logan.
Johnny: Uno deve fermarsi in qualche posto. Questo non mi sembra peggiore di altri.
Vienna [sarcastica]: Questa è certo la più spassionata dichiarazione che mai donna abbia ascoltata. Sono commossa.
Johnny: Sì, sono parole povere… Ma è anche la tua idea, no?
Vienna: No, signor Logan. Non è nient’affatto la mia idea.
Johnny: Be’, allora sentiamo.
Vienna: Oh, è una storia triste.
Johnny: A me piacciono le storie tristi.
Vienna: Cinque anni fa amavo un uomo. Non era buono, non era cattivo, ma lo amavo. E volevo sposarlo, lavorare con lui, costruire qualcosa per l’avvenire.
Johnny: E vissero insieme felici e contenti.
Vienna: Non fu così. Troncarono. Lui aveva la pistola più lesta della ragione.
Johnny: Allora fu intelligente a sbarazzarsi di lui.
Vienna: Sì, intelligente. Imparò a non innamorarsi mai più di nessuno.
Johnny: Cinque anni sono parecchi. Ci dev’essere stato qualche uomo nel frattempo.
Vienna: Qualcuno.
Johnny: E cosa sarebbe accaduto se quest’uomo fosse tornato?
Vienna: Quando un fuoco si lascia spegnere, quel che resta è cenere.
Sterling Hayden e Joan Crawford in “Johnny Guitar” di Nicholas Ray, 1954