QUANDO UN DIRITTO È PRIVILEGIO
di Giovanni Brianda
Strano paese quello in cui nell’era digitale le istituzioni ancora con riescono a rivolgersi ai cittadini per garantire loro i propri diritti. Eppure per quanto riguarda i doveri anche penna di struzzo e calamaio funzionano alla grande!
L’altra sera facendo zapping mi sono imbattuto nel servizio di una trasmissione tv che metteva alla luce quanti diritti e benefit l’Inps mette a disposizione per alcune categorie di pensionati ed invalidi che però rimangono quasi per la loro totalità accantonati nelle casse perché pochissimi contribuenti ne sono a conoscenza. Se dovessi fare facile ironia direi che è strano che Tito Boeri non se ne sia accorto.
Ci sono poi altri servizi non economici che Inps così come l’Ufficio delle entrate o Equitalia svolgono al cittadino ma che sono di fatto occultati dalla disinformazione e da tanti cavilli che ne rendono impossibile l’accesso a molte categorie; penso ad esempio agli anziani o comunque a chi per motivi diversi ha difficoltà ad avere una certa dimestichezza con una cosa detta burocrazia di cui questo paese lentamente muore.
Dico: eppure siamo nell’era digitale dove ogni informazione si trova nell’internet e praticamente ogni ente ha il proprio sito istituzionale. Bene, allora provate ad entrare nel sito Inps e vi perderete in una mappa di sezioni e menu a tendina di autocelebrazione dell’istituto e inutili informative; tutto fuorché informazioni utili al comune cittadino.
Restano i contatti per aree provinciali, ovvero email e numero di telefono degli uffici amministrativi con i quali pare si possa interagire e addirittura chiedere informazioni. Sì, ma che informazioni dovrei chiedere se niente e nessuno mi dice che per esempi per le mie condizioni di reddito e di vedovanza ho diritto ad un bonus sulla mia reversibilità?
Ma sì, dopo tutto “tutto il mondo è paese”, e i più fortunati tra di noi magari conoscono l’impiegato che lavora proprio in quel settore o il vicino di casa che ne ha fruito, e tra una chiacchiera e l’altra al bar ce lo dice e noi possiamo scrivere alla mail della direzione Inps per chiedere quale modulo compilare per accedere al nostro fantasmagorico bonus. Oppure abbiamo un parente anziano ormai con problemi di deambulazione e l’amico assessore ci dice: «Ma perché non me l’hai detto subito? Ma sai che ti spetta il parcheggio sotto casa? Domani mando la squadra con la vernice e te lo faccio tracciare!»
Ed ecco che per tutte queste dinamiche il diritto diventa privilegio. Diritti che dovrebbero essere in chiaro, di facile comprensione e di ancor più facile accesso, invece vengono occultati, mischiati a mancate semplificazioni ministeriali che li sommergono tra i soliti articolo 254/90bis comma 2 e successive integrazioni e modifiche al paragrafo 8 riga 24, quindi di fatto negati! Negati all’utente comune.
Privilegi per chi spesso vive in contesti sociali che gli permettono di accedere alla conoscenza di questi diritti, e purtroppo in molti casi avere corsie preferenziali per scavalcare tutta quella burocrazia che rende difficile l’accesso al diritto anche a coloro ai quali effettivamente spetta… motivo per cui questo paese è da decenni immobile!
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in un paese civile i diritti sarebbero diritti e i privilegi non ci sarebbero…. ma siamo in italia
Una burocrazia “impossibile” spesso genera clientela politica e non solo. A volte mi viene da pensare che la burocrazia italiana sia volutamente funzionale a questo