E IL SENSO DELLA VITA, UNA LEGGE CE L’HA ?
di Gavino Puggioni
Ho letto poco fa di Gianni Carboni e del Buon Senso che una legge non ha e credo che nessun parlamento al mondo possa adottarne o inventarne una.
Il buon senso appartiene, o dovrebbe, solo a ciascuno di noi che lo esercita a seconda delle situazioni. Va usato sempre al momento giusto, in positivo o in negativo, come guardare un oggetto e dire mi piace o non mi piace, senza disprezzarlo, poichè ad altri potrebbe essere gradito.
Se riferito, invece, al sociale, alla società che viviamo, beh!, allora quel Buon Senso diventerà una necessità, occorre possederlo ed esternarlo nel migliore dei modi, affinché non si caschi in quella cloaca dove quasi tutti fanno a gara per apparire, ma privi di quel Senso.
Ho voluto fare questo piccolo “cappello” perché, forse avete capito, io vorrei dire due parole su Il Senso della Vita, argomento del quale ho letto infinità di pagine, vecchie e nuove, quasi tutte omogenee per lo spirito che le ha scritte.
Personalmente, in prosa o in poesia, ne ho detto, rivolgendomi a me stesso, ma non finirò mai di pormi la solita domanda – conoscendoci, abbiamo e viviamo con e dentro Il Senso della Vita? –
Io ne vivo e, a volte, me lo disegno, acquarelli leggeri, con testimone i miei occhi e il mio udito.
Sono fuori casa, come ogni giorno, diciamo a passeggio, cammino, vedo, ascolto, sento rumori inutili, incontro amici, si parla del più e del meno, coerentemente ai nostri bisogni di intrattenimento, mentre tutt’attorno si “svolge” la vita degli altri nostri simili che, ahimè!, corrono, vanno di fretta e parlano a voce alta col loro smartphone ultimo grido, quasi sempre guidati dal loro cagnolino o cagnolone che dir si voglia.
E allora penso, come ha fatto Gianni Carboni, alle leggi che Il Senso della Vita dovrebbe avere.
La prima… quella di rispettare se stessi e la comunità che ci accoglie, godendo di compagnie insperate, sorridendo a chi non può, accarezzando un bambino che fa i capricci, evitando sguardi e osservazioni inutili, peggio se offensive.
La seconda, la terza, la quarta, fino alla fine del nostro respiro, deve riguardare il così detto modus vivendi, vivere e farsi vivere dal prossimo vicino che compone la collettività umana, anche se da tanti anni, ormai, di umano stiamo vivendo ben poco, se non nel cuore delle nostre famiglie, se esistono!
( E da questo sta nascendo un tragico e mai sopito egoismo, che qui tralascio per ovvi motivi. )
Nel Senso della Vita, e solo con questo, dobbiamo crescere, ma non da soli. E’ un vento che deve abbracciarci, tutti, all’unisono, sia esso di maestrale o di scirocco, come una Grande Madre, la quale, appena nati, ci ha dato il respiro e ci ha insegnato a muovere i primi passi, nella Terra, nel Mondo, nella Vita, dove ogni alito ci ha donato e ci donerà, ancora, la gioia di vivere.
L’amore e il rispetto per tutti, una stretta di mano, un abbraccio, uno sguardo, dico anche di empatia, che deve arrivare sempre e prima della simpatia, dico ancora di un caffè al bar, di una presentazione di un nuovo romanzo, in libreria o in biblioteca, di teatro, di cinema, di un concerto sinfonico, di tutto ciò che può rendere Bella la Vita… Ecco, amici cari, se ci riusciamo, giovani o meno giovani, la gelosia non serve all’anima e nemmeno al corpo…, ecco, quello che ho citato, per me, deve essere “la regola” de Il Senso della Vita, comunque e dovunque vissuta.
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