NON E’ L’ITALIANO… E’ IL RAGIONARE!
Per la serie “Il cinema fa bene, se è buon cinema fa ancora meglio” ovvero “I film che piacciono a Francesca”:
Procuratore: Si ricorda di me, professore?
Professore: Certo che mi ricordo!
Procuratore: Se mi permette vorrei farle una domanda. Poi gliene farò anche altre ma di diversa natura. Nei componimenti di italiano lei mi assegnava sempre un “tre”! Perché copiavo… Poi una volta mi ha dato un “cinque”. Ma perché?
Professore: Perchè quella volta aveva copiato da un autore più intelligente.
Procuratore: Eh, già… l’italiano! Ero piuttosto debole in italiano. Ma come vede non è stato un gran guaio. Adesso sono qui! Procuratore della Repubblica!
Professore: Vede “l’italiano” non è “l’italiano”! E’ il ragionare! Con meno italiano lei sarebbe forse ancora più in alto.
Gianluca Favilla e Gian Maria Volonté in “Una storia semplice” di Emidio Greco, 1991
Il magistrato si era intanto alzato ad accogliere il suo vecchio professore. «Con quale piacere la rivedo, dopo tanti anni!». «Tanti: e mi pesano» convenne il professore. «Ma che dice? Lei non è mutato per nulla, nell’aspetto». «Lei sì» disse il professore con la solita franchezza. «Questo maledetto lavoro… Ma perché mi da del lei?». «Come allora» disse il professore. «Ma ormai…». «No». «Ma si ricorda di me?». «Certo che mi ricordo». «Posso permettermi di farle una domanda?… Poi gliene farò altre, di altra natura… Nei componimenti d’italiano lei mi assegnava sempre un tre, perché copiavo. Ma una volta mi ha dato un cinque: perché?». «Perché aveva copiato da un autore più intelligente». Il magistrato scoppiò a ridere. «L’italiano: ero piuttosto debole in italiano. Ma, come vede, non è poi stato un gran guaio: sono qui, procuratore della Repubblica…». «L’italiano non è l’italiano: è il ragionare» disse il professore. «Con meno italiano, lei sarebbe forse ancora più in alto». La battuta era feroce. Il magistrato impallidì. E passò a un duro interrogatorio.