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DISORDINE, TRAFFICO E IMPRECAZIONI

di Marina Garau Chessa

In una società in perenne movimento, la fretta è una costante della vita quotidiana. Andiamo talmente di corsa che ignoriamo, volontariamente o no, la presenza dell’altro. Si va dall’ignorare una vecchietta in crisi davanti al totem elettronico alle poste a fare confusione nei luoghi pubblici, non considerando il fatto che qualcuno potrebbe avere delle necessità o semplicemente non voler sentire i fatti altrui.Una delle condizioni in cui si nota maggiormente questa condizione è il traffico, in modi diversi ma tutti riassumibili in una frase di Arthur Bloch: “Non imparerai mai a bestemmiare davvero finché non impari a guidare.”

I fuggitivi. Non si capisce bene se stiano correndo verso qualcosa, se stiano scappando da qualcosa o se siano convinti di essere a bordo della leggendaria DeLorean di Marty Mcfly. Corrono persino quando sono in vacanza,  e sono sicuramente convinti di risparmiare tempo quando ti tagliano la strada per fermarsi al semaforo rosso due metri più avanti. I fuggitivi sono ottimi accompagnatori quando avete poco tempo: invece di accostare, vi faranno scendere dall’auto attraverso il parabrezza con una brusca frenata.

Gli egocentrici. La strada ha due corsie: una per loro e una per il loro ego, perciò la percorrono guidando in al centro, impedendo la visuale ma non certo il fiume di improperi alle loro spalle.

Gli egocentrici geometrici. Probabilmente hanno solo un notevole amore per la simmetria e lo dimostrano tenendo la linea di mezzeria al centro della macchina in modo da avere due ruote da ogni lato; oppure sono convinti che quella riga centrale bianca sia La Linea di Osvaldo Cavandoli e la devono percorrere con le ruote del lato sinistro dell’auto.

I musicisti mancati. Suonano. Suonano per qualsiasi cosa non rientri nei loro parametri, anche (e soprattutto) se non hanno la minima idea di cosa stia impedendo loro di procedere. In Messico sono più creativi e insultano gli automobilisti suonando il clacson al ritmo di “Ammazza la vecchia… col flit!”. Il messaggio sottinteso non è per nulla carino nei confronti della madre e dell’automobilista in questione, dimostrando come le imprecazioni si possano facilmente estendere ai consanguinei.

Gli assiomatici. La conoscenza del codice della strada è inversamente proporzionale al valore della macchina che si guida. Data, quindi, una macchina nuova e particolarmente costosa, tale mezzo si fermerà al centro di una rotatoria lasciando passare l’intera Compagnia Delle Indie (il concetto presuppone traffico, fila, ed un certo livello di cultura), ignorando in tal modo la segnaletica orizzontale sull’asfalto.

Fra gli automobilisti vi sono anche i creativi, che riescono a tirare fuori battute divertenti anche nelle condizioni di peggiore “autoimmobilismo”. Se non si ama guidare, si consiglia vivamente di portarne sempre uno sul lato del passeggero. L’alternativa è ricoprire il volante col pluriball… almeno cala lo stress!

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