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OPINIONI E CANTIERI

DI FRANCESCA ARCA

-Però il cemento non si impasta così. C’è troppa sabbia.

-E poi guarda quello lì, si ferma ogni due minuti. Ai miei tempi non si usavano nemmeno i caschetti di protezione e non si lamentava nessuno.

Siamo tutti vecchietti che guardano i cantieri! Diciamocelo tra di noi, senza che nessuno ci senta. È così. Basta abituarsi all’idea. Siamo inaciditi prima del tempo. Forse i social hanno avuto una bella fetta di responsabilità in questo deterioramento neuronale precoce ma tant’è, è accaduto. Come mai? Credo sia una questione numerica. Un tempo ogni quartiere aveva il suo bar di riferimento, il suo barbiere, la parrucchiera, il panettiere; un piccolo microcosmo che al di fuori di parenti e amici formava una rete sociale di rapporti e di scambio, più o meno superficiale. Si chiacchierava, come è normale che sia, ci si scambiavano opinioni. Le opinioni… che bella cosa! Se controllate sul vocabolario – oggetto sempre più in disuso ma estremamente utile – c’è scritto che l’opinione è  “ il concetto che una o più persone si formano riguardo a particolari fatti, quando, mancando un criterio di certezza assoluta per giudicare della loro natura, si propone un’interpretazione personale che si ritiene esatta“. Sono belle le opinioni, creano scambio, fanno in modo che l’evoluzione del pensiero non si arresti.

Uno dei nostri Admin intento ad osservare i lavori

Of course, of course! But maybe…” bisognerebbe ricordare che, benché ognuno di noi abbia diritto di voto e i nostri singoli voti valgano numericamente quanto quelli di chiunque altro – alle elezioni politiche così come al televoto del Grande Fratello – le opinioni non hanno tutte lo stesso peso a seconda dell’oggetto di cui si disquisisce. Tornando al piccolo microcosmo di cui parlavamo, capitava che ogni tanto qualcuno esprimesse un’opinione ridicola, o surreale. C’è chi diceva che la Terra fosse piatta, o che nessun uomo fosse mai andato nello spazio, ma raramente gli si domandava il perché delle proprie affermazioni. Al massimo ci si limitava a metterlo bonariamente a tacere per evitare che si rendesse ridicolo. I più maligni sghignazzavano e gli davano corda in modo da riderne più tardi nel gustoso racconto di una scenetta umoristica. Sarebbe stato inimmaginabile che un astrofisico si preoccupasse della castroneria affermata da una persona un po’ strana che faceva la fila dal panettiere e chiacchierava attendendo il suo turno.

Capita poi che il social, le connessioni flat, gli smartphone, il mondo veloce e globalizzato, diano la possibilità a chiunque di accedere ad una quantità sterminata di informazioni e di contatti, senza però fornire praticamente nessun tipo di strumento utile a districarsi attraverso il dedalo della rete. E così succede che anche il signore che affermava che la Terra fosse piatta, riesca a mettersi in contatto con altri personaggi surreali, di altri quartieri, di altre città, di altri Stati, che concordano sulla sua affermazione. Chiaramente è più gratificante trovarsi in una cerchia di persone che ti spalleggiano piuttosto che avere a che fare con chi, invece, cerca di portare avanti un concetto contrario, utilizzando argomentazioni che magari l’interlocutore non è – per mille motivi – in grado di comprendere o ribattere.

Questo è un cervello. In un essere umano normodotato dovrebbe essere molto più grande del gherglio dii noce a cui assomiglia.

Il passaggio successivo è semplice: dall’opinione si passa al dogma. Poiché non ho la capacità di controbattere alle tue argomentazioni mi trincero dietro “la mia opinione” che “vale quanto la tua” e il fatto che tu sappia più di me su un argomento non ti rende ai miei occhi più preparato. Al massimo ti definirò, con una punta di disprezzo, un “professorone”. Non che questo non accadesse anche in passato, visto che Eraclito circa qualche migliaio di anni fa metteva in guardia l’uomo dalle false visioni personali della realtà, semplicemente ora è tutto più veloce e ingrandito. Ognuno di noi ha un’opinione ed è questo che sembra contare. Non è più tanto importante capire su quali dati ci siamo formati tale opinione, per cui anche sostenere o argomentare una tesi non ha grande rilevanza. Si può affermare pressoché qualsiasi cosa, basta aggiungere alla fine del discorso – fosse anche l’affermazione dell’esistenza degli unicorni rosa – che si tratta di “una mia opinione”. Siamo vecchietti che guardano i cantieri… ma è una mia opinione!

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3 pensieri riguardo “OPINIONI E CANTIERI

  • Però! Molto interessante e, allora, incomincio dall’incipit, dove fai dire al tuo interlocutore che il cemento non si impasta così, c’è troppa sabbia! E va bene, ovvero va male, perchè quel cemento, oggi, come avant’ieri, te lo vendono bello e pronto, lo usano direttamente dove va usato, per colonne, per ponti che i ministri di turno inaugurano, per poi vedere crollare il tutto sopra normali passanti, a piedi o in auto, con qualche cadavere da portare via subito, senza remissione di peccato, perchè, giusto qui, il peccato è all’origine, non nostra, ma di tutta la corruzione che esiste, cemento compreso.
    Che devo dire? Ah! dell’opinione, la mia, la tua, la nostra e di quella di tutti che, ormai, come dici, non ha alcun valore perchè non viene “usata”. Una volta ci si ascoltava, se ne ragionava, di questo o di quello, ci si dava la battuta sulle spalle, in segno di assenso o meno, ,,ma dai..ho capito!… e quello non aveva capoto un amato piffero, ma ci si guardava negli occhi, con lo stesso nostro corpo che si muoveva, a seconda dell’età. Certo, coloro che hanno tante primavere,..perchè non chiamarli anche tanti inverni?, che differenza fa?, si muovono di meno, ma desiderano parlare, parlare, come si faceva una volta. Invece oggi… ma lo sapete che il silenzio è d’oro? Infatti il rumore si sente solo nei telefonini, non ricordo bene come si scrivono i nomi degli attuali cellulari (non quelli che usano ancora le guardie carcerarie!), farei qualche errore e mi direbbero in quale mondo vivo. (Nel mio, risponderei comunque, e per entraci, amico caro, devi bussare!..Capito? )
    Ecco, a dirla con te e finirla, “è solo opinione mia”, mi sta bene, non fa specie, bisogna rispettarla, non bisogna condividerla, perchè se no si copia e incolla, molto di moda, ma quei vecchietti avevano ragione, non da vendere, bada bene, ma dava e da un certo senso di responsabilità a chi e per cosa quel cemento poteva servire.

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    • Grazie del tuo commento attento, Gavino! La figura del “vecchietto che guarda i cantieri” non era un’immagine che volesse essere offensiva nei confronti dell’età anagrafica di una persona. È solo l’archetipo di chi si rassegna a non aver nulla da fare, parlando di ciò che spesso non sa (non credo che tutti i vecchini che guardano i cantieri siano stati dei muratori da ragazzi). La “vita” non attiene all’età ma al pensiero che sa produrre, ecco perché ci sono settantenni più vivi di un adolescente in alcuni casi. Quando si smette di condividere e dare pensiero, si muore. E si fissano i cantieri, o lo schermo di una tv, o le crepe di un muro… è uguale. Grazie di esserci e di dare la tua opinione, perché la tua opinione è frutto di un ragionamento ed è per questo che è gradita e costruttiva. Un abbraccio. (Francesca)

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  • Francesca, non ho pensato minimamente all’immagine del “vecchietto”, anzi, in questa ho trovato, esplicita, la presenza dell’esperienza e dell’onestà mentale, che può appartenere all’anziano di età come al giovane. Il quale giovane, consentimi e con tutto il rispetto, non può avere “l’occhio” attento per osservare, si sa barcamenare, in superficie però, senza scendere i gradini della conoscenza. E affermi il giusto quando dici che guardare un cantiere è uguale a starsene stravacati davanti alla tivvì o all’inseparabile smartphone che ti dice anche quando devi fare la pipì.
    Certo, bisogna condividere, soprattutto se l’altrui pensiero rispecchia il tuo e ti senti gratificato, anche.
    In fondo, alla fine, il pensiero è quello che conta, e quello “vecchietto” e quello giovanile e magari ci fossero dei momenti in cui entrambi se ne scambiano il significato! Ma forse sto andando fuori tema, grazie per l’ospitalità, cara Francesca. Ciao ciao!

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