INTOLLERANZA E INTOLLERANTI
di Francesca Arca
Un tale Leopardi Giacomo, diventato piuttosto popolare grazie all’Internet e ad un film in cui sembra un figaccione, pare abbia detto una volta che «nessuna qualità umana è più intollerabile che l’intolleranza». E’ pur vero che il cinema mente e che l’Internet è piena di bufale. Veniamo a scoprire infatti che questo Leopardi non era affatto quello che potremmo definire fisicamente un figo. Non assomigliava ad Elio Germano e non usava Facebook perché, nonostante una famosa pagina dica il contrario, i social network NON sono sempre esistiti. Informandoci meglio in rete, da buon popolodelwebbe quale siamo, veniamo comunque a scoprire che, pur essendo abbastanza sfigato con le donne, il “tenero Giacomo” ragionava decisamente bene. E’ chiaro che essere intolleranti nei confronti degli intolleranti ci pone davanti all’annoso paradosso del gatto imburrato.
Se è vero – come esperienza insegna – che un gatto cade sempre sulle zampe e mai sulla schiena e se è vero inoltre – come dimostrano le “Leggi di Murphy” – che una fetta di pane cadrà sempre dal lato imburrato, basterebbe legare una fetta di pane alla schiena di un gatto e lanciarlo da una finestra per ottenere il moto perpetuo. Ma non divaghiamo e lasciamo il gatto imburrato a ruotare in vortice quasi come le nostre gonadi davanti ad alcuni avvenimenti. L’intolleranza è importante e non va né svilita, né sottovalutata, né abusata. Così come non ci si può innamorare ogni cinque minuti, così come non ci può piacere tutto allo stesso modo, anche l’intolleranza, l’indignazione e il fastidio vanno sapute centellinare e dedicare a cose davvero serie.
La frase suona bene ed è un concetto ad effetto, peccato che il significato dato alla parola “serietà” non sia uguale per tutti. E’ piuttosto difficile riuscire a definire cosa sia realmente “serio”. Ogni giorno siamo un #jesuis diverso, ogni mattina ci si sveglia con una nuova bandiera nel profilo, ogni sera capita di scrivere, indignati, un “VERGOGNA!” (rigorosamente in maiuscolo perché rafforza). I più arditi azzardano un “MAI PIU’!!!”. C’è un surplus di intolleranza. Talmente tanta che anche la morte o la vita, due concetti complessi che in genere danno da pensare, si banalizzano e diventano fonte di fastidio. Siamo talmente intolleranti che ci scordiamo di esserlo con criterio, lasciando scivolare beatamente cose o situazioni che un tempo invece ci avrebbero fatto accapponare la pelle.
Proviamo quindi a “restare umani” (altra frase che tanto piace sui social), dove “restare umani” vuol dire continuare a non tollerare gli intolleranti. Quel Leopardi prende un sacco di like… avrà pur ragione lui!
Molto divertente
Grazie!
La tolleranza e’ assai peggiore dell’ intolleranza, perche’ e’ ipocrita… finge di accettare l’altro, pur disprezzandolo, solo che con la sua magnanimita’, lo tollera!